L’11 giugno 1946 durante l’attesa della proclamazione ufficiale dei risultati del referendum istituzionale, si verificarono gravissimi incidenti a Napoli, in via Medina, dove esisteva la federazione del Partito Comunista Italiano, che , per l’occasione, esponeva oltre a una bandiera rossa con falce e martello anche una bandiera tricolore priva dello stemma sabaudo
Un corteo monarchico cercò di togliere il tricolore esposto, ma venne bloccato dalla polizia . Si sparò contro i manifestanti anche dall’alto e la situazione degenerò. A fine giornata si conteggiarono otto manifestanti monarchici uccisi e un centinaio di feriti. – si è parlato anche di 150 feriti -Vesuvio live.it) Tra i morti la studentessa Ida Cavalieri che, avvolta con un tricolore con la corona sabauda, fu investita da un’autoblindo delle forze di polizia. Alla manifestazione di protesta monarchica parteciparono, tra gli altri, anche il filosofo comunista Biagio De Giovanni , allora solo quattordicenne che così in seguito spiegò la sua partecipazione: «Già leggevo Hegel – ero monarchico perché credevo all’unità dello Stato. (…) Scappai quando la situazione s’incanaglì» e il giornalista e divulgatore scientifico Franco Prattico, poi giornalista dell’Unità, che sull’argomento ha scritto . “Dopo due anni – dai fatti – mi iscrissi al PCI, ma allora avevo sedici anni, credevo nella corona.. “
Sull’argomento , recentemente, anche una nota di Luigi Vicinanza “La strage di via Medina quei sette morti in nome dei re di casa Savoia”, dell’11 giugno 2021, evidenzia quanto segue: “Ida avvolta nel tricolore grida a squarciagola “viva ‘o rre”. Ida cavalieri è una popolana , è arrivata sotto i balconi della Federazione comunista insieme a un gruppo di giovanissimi… La federazione è piena di militanti , c’è anche Mario Palermo, avvocato autorevole, già sottosegretario alla guerra fino al giugno 1945, uno dei pochi comunisti con incarichi di governo. Esplosioni, colpi di arma da fuoco, urla, una mitragliatrice della polizia spara ad altezza d’uomo, gente in fuga…Ida Cavalieri viene travolta e uccisa da un autoblindo delle forze dell’ordine… Una strage, sette morti, più di 70 feriti, tutti giovanissimi… La Repubblica italiana si afferma a Napoli con il sangue di sventurati monarchici. Una ricostruzione meticolosa anche da parte di Marco de Marco (L’altra metà della storia. Spunti e riflessioni su Napoli da Lauro a Bassolino, Guida ed. 2007).
Anche nei giorni precedenti si erano verificati gravi incidenti: la sera del 7 giugno una bomba lanciata da mano anonima , a Capodimonte, vicino alla chiesa di Sant’Antonio, colpì un nutrito gruppo di giovani monarchici reduci da una manifestazione, ferendo Ciro Martino, morto in seguito all’ Ospedale degli Incurabili. L’indomani un grande corteo monarchico si scontrò con un blocco di ausiliari di pubblica sicurezza ed in seguito ai gravi incidenti morì, ferito alla testa, il quattordicenne Carlo Russo L’8 giugno , ancora, durante una manifestazione rimase ucciso il sedicenne Gaetano d’Alessandro.
Lo stesso 12 giugno una nuova manifestazione monarchica venne dispersa con estrema violenza. Il giorno successivo l’ex re Umberto II lasciò l’Italia, andando in esilio in Portogallo.
Questo l’elenco delle vittime, tutte monarchiche, degli scontri:
Ida Cavalieri (19 anni); Vincenzo Di Guida (20 anni);Gaetano D’Alessandro (16 anni);Mario Fioretti (21 anni) – giovane marinaio di leva, arrampicatosi fino al secondo piano della sede del PCI proprio per strappare la bandiera; Michele Pappalardo (22 anni); Francesco D’Azzo (21 anni); Guido Beninati; Felice Chirico; Carlo Russo (14 anni); Ciro Martino.