In Ricordo del Prof. Enzo SciaccaIn Ricordo del Prof. Enzo SciaccaIn Ricordo del Prof. Enzo SciaccaIn Ricordo del Prof. Enzo Sciacca

Mentre preparavamo questo ventiseiesimo numero della rivista, in uscita a marzo 2006, ci è giunta la triste notizia della scomparsa di Enzo Sciacca, noto storico e professore ordinario di Storia delle dottrine politiche all’Università di Catania. È stato sempre vicino alla "Rassegna siciliana di storia e cultura", della quale seguiva con interesse le pubblicazioni e alla quale non faceva mancare, tramite gli stessi collaboratori, consigli e proposte. Per essa egli è stato un valido punto di riferimento e un amico straordinario.

Il prof. Enzo Sciacca si è spento il 29 gennaio scorso all’età di 72 anni. Sarebbe andato in pensione alla fine dell’anno accademico in corso. Era nato ad Acireale e per un decennio, dal 1994 al 2003, è stato a Catania preside della Facoltà di Scienze Politiche riuscendo a dare a questa una forte impronta scientifica e una moderna struttura organizzativa. È stato anche Direttore dell’Istituto di Scienze Sociali e poi fondatore e Direttore del Dipartimento di Studi Politici, nonché Coordinatore del Dottorato di ricerca su "Pensiero politico e istituzioni nelle società mediterranee". Nell’ambito di tali iniziative egli, discepolo di un altro grande siciliano, Vittorio Frosini, ha rivelato eccezionali doti di maestro riscuotendo la fiducia e l’affetto di numerosi allievi. Le sue spoglie riposano nel cimitero della città natia.

Studioso del pensiero politico italiano e francese del ‘500, Sciacca ha avuto importanti riconoscimenti in Italia e all’Estero. Tra i suoi lavori: Riflessi del costituzionalismo europeo in Sicilia (1812-1815), (Catania, Bonanno Editore, 1966), Le radici teoriche dell’assolutismo nel pensiero politico francese del primo Cinquecento (Milano, Giuffrè 1975), Interpretazioni della democrazia (Milano, Giuffrè 1989) tradotto anche in lingua spagnola (Madrid, Edersa 1994), Il problema storico del pensiero politico moderno (Palermo, Lombardi, 2000), Principati e repubbliche. Machiavelli, le forme politiche e il pensiero francese del Cinquecento, (Firenze, Centro Editoriale Toscano, 2005). Le ultime due pubblicazioni sono state ampiamente recensite su questa rivista (n. 15, aprile 2002 e n. 25, agosto 2005).

Vogliamo, intanto, ricordare Enzo Sciacca riportando di seguito il testo integrale del discorso pronunciato dal fratello Alfonso il 31 gennaio scorso durante i solenni funerali celebrati nella Basilica di San Sebastiano di Acireale. L’orazione dal sapore foscoliano mette in luce aspetti inediti che arricchiscono il profilo umano e culturale dell’illustre scomparso. Siamo grati al prof. Alfonso Sciacca per avercene concesso la pubblicazione, che è destinata a rendere perenne testimonianza di un rapporto tra due fratelli svoltosi all’insegna di grandi valori e proiettato oltre la morte.

Alfonso Sciacca, anch’egli impegnato nel mondo culturale, è preside del liceo classico "Gulli e Pennisi" di Acireale. Laureatosi in lettere classiche alla scuola di Santo Mazzarino, i suoi studi giovanili si sono mossi intorno ad alcune figure rappresentative della tarda latinità, come Giuliano l’Apostata, Ammiano Marcellino e la cultura antiochena tra paganesimo e cristianesimo. Ha rivolto particolare attenzione alla produzione letteraria della sua città, Acireale, riscoprendo con successo la produzione di un favolista vissuto tra Sette ed Ottocento, Venerando Gangi, la cui opera supera gli stretti confini della cultura provinciale collocandosi nell’ambito più ampio della tradizione favolistica classica e moderna, nella quale egli intende riversare aspetti tipici dell’antropologia locale. Si è pure interessato della produzione pittorica del Settecento siciliano con saggi attenti alla connessione tra arte e religiosità. Da ultimo (2004) ha pubblicato L’Anello di Gige, un saggio sofferto sull’esperienza di tangentopoli. Gli interessi scientifici dei due fratelli, come si deduce dal ricordo di Alfonso, erano spesso al centro delle loro conversazioni e, nel confronto, venivano reciprocamente vagliati.

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